Il chiasmo è una figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole. Questo gioco linguistico è stato qui interpretato come matrice del progetto, accostando continuamente elementi in rapporto di analogia ma secondo una disposizione inversa, nel tentativo di rendere il più possibile fluido il discorso architettonico.
La retorica del progetto viene definita attraverso l’ ideazione di due elementi principali: il primo è un grande vuoto, perno ideale per la progettazione degli altri spazi. Questo elemento inaspettato e nascosto è accessibile al primo piano da entrambe le unità, per le quali funge da vero e proprio pozzo di luce naturale, generando ambienti aperti ma coperti per il relax, il raccoglimento, la riflessione, ma anche il ristoro e la convivialità. Il secondo è invece ben visibile esternamente; si tratta dell’alta tettoia della piscina, concepita come "cornice per il paesaggio". Metaforicamente, l’accostamento tra i due genera un vuoto abitabile e un pieno “vuoto”, perché svuotato; è in relazione a questo incontro che vengono sviluppati tutti gli altri ambienti della casa.
"Il vuoto è materia prima del progetto; si ottiene, come in fisica, non esiste.
[...] Lo spazio vuoto è risultato di un processo di svuotamento.”
La proposta si fonda su due premesse: la volontà di ricorrere a volumi compatti, usando forme geometriche di semplice lettura che consentono il dialogo fra elementi strutturali e concettuali, e l’esigenza di ottenere un buon compromesso tra sintesi ed espressività. Nell’intento di costruire un percorso architettonico all’interno dell’abitazione e che iniziasse idealmente già fuori, come percorso esterno, viene tracciata una “passeggiata” che porta all’entrata: il paeseggio viene così incorniciato da un setto in muratura, prosecuzione ideale della vetrata che illumina la sala. Creando un edificio in cui l’articolazione degli spazi esterni assume pari importanza di quella degli interni, l’idea di continuità spaziale tra interno e esterno apre svariate viste che permettono di godere dell’eccezionale panorama circostante.